Seduti dentro scafi dalle linee filanti adagiati in bell’equilibrio a pelo d’acqua a pagaiare. Questo è il Kayak, uno sport individuale praticabile senza grossi problemi da chiunque.
Nelle competizioni gli atleti vengono divisi in 5 categorie sulla base delle differenti disabilità (due di queste fanno riferimento a deficit intellettivi).
Per tutti (praticanti con o senza disabilità) la disciplina prevede 4 specialità (divisa su tre distanze: 200, 500, 1000 metri), slalom (in acqua mossa), discesa (su percorsi fluviali da 1000 e 2000 metri) e fondo (fino a 4000 metri).
Ognuna di queste differisce per tipologia di imbarcazione usata. Da rimarcare che non ci sono limitazioni agli ausili utilizzabili per ovviare alla propria disabilità, un’importante regola per la sicurezza ha reso obbligatorio il salvagente, una di buon senso suggerisce di non uscire mai da soli in allenamento poichè, in caso di ribaltamento, può servire aiuto per uscire dallo scafo.
Il modo più semplice per accostarsi a questo sport è iscriversi a uno dei tanti circoli sportivi o canoa club del nostro Paese. In questo modo si può iniziare gradualmente insieme ad altri appassionati anche solo per gioco e si risparmia sui costi delle attrezzature che solitamente i circoli mettono a disposizione dei propri associati.
A chi rivolgersi
Unità Spinale di Niguarda
Carolina Gambirasio – caro.gambi@tin.it
Testo tratto dalla pubblicazione Coloplast “Incontri” – info: Cooperativa Accaparlante – www.accaparlante.it